giovedì 20 settembre 2012

nove ad libitum - i curiosi dialoghi tra il dottor strizza c. e il buon cristiano bitossi #4

toc toc
à-vàntii…
uellààà doc, con permesso..

oh! ma prego bitossi, si metta pur comodo. e le raccomando di spegnere il cellulare. a che le serve poi, dal momento che non risponde mai..
uh?
non mi faccia quell’espressione di finto stupore bitossi, così si svaluta della sua intelligenza. l’ho chiamata due volte, non mi ha risposto, e non mi ha richiamato. era per chiederle di spostare il nostro appuntamento, niente di grave ammetto, dovevo accompagnare mia moglie e mia figlia ad una festa di compleanno di una amichetta, piccole cose di vita quotidiana. ma tanto a lei, della piccola vita degli altri…
oh! mannaggia doc, è che ho smesso di rispondere al telefonino, mi spiace
e perché mai non risponde. che motivo c’ha per non
è che c’ho per suoneria go to the mirror degli who, ecco
ebbene?!
se rispondo, la interrompo. è un gran pezzo, non riesco a fermarlo
dunque lei davvero non risponde mai a nessuno
eh
ma è follia
per questo vengo da te doc
ma mi scusi
oh, magari potrei cambiarla. ci potrei mettere quella che dice che siamo sottosottosottosotto bombardamentoohh.. oppure no, quella del tipo che va in salento col sole e vino buono e la pizzica ma poi non vivo più senza tee anche see anche seee. ah! no no! deciso doc! ci metto quella del tipo che c’ha lo stress allora si fa uno stopaccione e gioca a pes con mexes e demi valdes. va là che poi rispondo in fretta, eh?
faccia quello che vuole, e non dilunghiamoci su questo aspetto. vedo che poi nonostante il mio tentativo di dissuaderla, se lo è poi fatto fare..
(il dr. strizza c. si struscia l’indice della mano destra sul proprio avambraccio sinistro, tenendo gli occhi fissi su quello del buon cristiano b.)
visto?
visto sì. è enorme…
bello eh?
mah! sì, mi pare ben fatto, maaa.. non è un po’ troppo vistoso, non so
mocchè. bello tamarro doc, come dio comanda
e cosa rappresenta, mi scusi
è un sagittario, sagittario tribale
ma lei non mi pare che.. ma lei non è nato in agosto?
urca doc! sai tutti questi cazzi miei!
bitossi, che dice! i suoi dati sono sulla mia cartella, ma le pare. e scusi, ma poi lei mi confida ben oltre che la data di nascita, ne converrà
giààààà.. non fa una piega eh
comunque. immagino chi possa essere la persona che è nata sotto quel seg..
lo sono circa un dodicesimo della popolazione mondiale
lasci perdere l’ironia sua solita.. lei, la sua ecs, è sagittario, immagino
no nno nnno lei c’entra uncazz, doc, credimi oh, me lo dicono in tanti. oh, che lei è poi sagittario evabbuò, ma è un caso, vai tranqilo. l’ho trovato gugolando, mi piaceva, et voilà!
mmmhh
non mi credi?!
nnno nno per carità, se lo dice lei va bene. senta, veniamo a cose serie. ho dato una riguardata alle nostre conversazioni, e forse sono arrivato ad un punto di svolta, potrebbe essere una cosa su cui lavorarci per
grande! e che hai scoperto? oh doc, non mi dire che sono pazzo, io i pazzi non li sopporto, mi mettono l’ansia, se sono pazzo allora tanto vale che ricomincio a fumare, tanto
aspetti bitossi aspetti, mi faccia parlare. e magari mi ascolti. anche se i pensieri degli altri, che ce ne frega, eh? ma allora, che viene qua a fare, eh? ‘nsomma, mi stia a sentire. dunque, io credo che lei si sia addossato tutta la colpa per la fine del suo rapporto con
oibèn! questo lo so bene anc
aspettiiiiiiii… mi ascoltiii… lei vive con un senso di colpa, quel senso di colpa, che è tipico del sopravvissuto, il sopravvissuto a una tragedia. che ne so, un incidente aereo, una calamità naturale, un attacco terroristico, dopo un assalto alla baionetta alla trincea nemica sotto il tiro di mitragliatrici… insomma, lei capisce. lei non si da pace perchè non si perdona che in quel tempo per lei così tragico ha continuato a respirare, a mangiare, a vivere.. anzi no, non vivere, a rimanere in vita. mentre tutto intorno a lei moriva, lei è sopravvissuto, materialmente. e non se lo perdona. e poi.. poi sa cosa ho fatto? ho ascoltato un po’ di quelle canzoni che lei spesso cita. ma mica me l’ha raccontata giusta. mi chiedevo: ma che c’entra ‘sta frase, ‘ste parole, all’interno di ‘sto discorso. ho ascoltato le altre, di parole, di quelle canzoni che lei
tipo? gli who, tommy? oppure
guardi, mi faccia vedere.. (il dr. strizza c. sfoglia un block notes) ecco.. quella del pianeta europa tre. oppure questa: ora ridi dietro lenti scure riderai.. per non parlare di wimbledon, la canzone di quel suo omonimo sempre in guerra con tutto e tutti. quante volte mi ha ripetuto le parole livorose della prima parte, ma la seconda ho dovuto trovarmela da solo, eh bitossi?
mi stai dicendo che sto considerando l’dea di fare una cazzata? che un giorno potrei fare la cazzata? e che inconsciamente t’ho messo sulla strada come si butta in mare un esseoesse nella bottiglia? vabbò, ci penso, è vero, ma secondo me come ci pensano in tanti, magari tutti, in modo non serio ecco
no, non credo che lei abbia intenzione di fare la cazzata, per usare il suo gergo. c’ha progetti, mi parla di cose che fa, di cose da fare, di futuro, del romanzo che vuole scrivere. il problema è un altro, quel suo non perdonarsi di averla scampata nel mezzo di un evento per lei così traumatico come la fine del suo rapporto sentimentale
ehhh.. escludendo il passaggio a livello giù allo scalo, che poi lì i treni rallentano e non so manco se a quella velocità fanno poi un buon lavoro, intendo un lavoro definitivo… che si fa?
si fa che non va male bitossi. soltanto, si deve perdonare, anzi no, si deve assolvere. lei vede, è ripartito, si è rimesso in moto. confesso che quasi quasi l’ho invidiata quando la settimana scorsa mi ha parlato di quel panino al prosciutto e formaggio e il vino bianco fresco, consumati sudato e stanco sotto l’ombra di un ulivo nella pausa dal duro lavoro nel campo degli ulivi. sono sempre stato io d’altronde a dirle dell’importanza di avere cura delle proprie cose. va benissimo questa semplicità, va benissimo che non si ritira nel guscio di quattro mura, così come va bene la bicicletta, il correre. corra, ma non scappi. si relazioni, condivida. quel giorno che il suo corpo ha deciso di continuare a respirare, a non fermare la glicolisi, krebs, eccetera… quel giorno, il suo corpo ha preso la decisione giusta. lei ha tanti interessi, non li tenga per sé, si fidi degli altri, se poi finirà ancora male, ricomincerà daccapo, questa volta senza traumi ma con un bagaglio di esperienza in più. che dice, la vedo pensieroso, mi dica che ne pensa… maaa.. a che pensa, bitossi??
eh? uh! ma no, niente.. è cheeeee… ecco, pensavo a come sarebbe sparare ad alzo novanta verso lassù, verso oltre l’universo, sparare una serie di nove piccoli piccoli, piccolissimi, di dimensione subatomica, oltre l’infinito, tanti tanti tanti nove, per fare il più grande numero del mondo, che si avvicini all’infinito. l’infinito… doc, l’infinito!