mercoledì 4 aprile 2012

la morte si è portata via la collina



mi pare di aver capito che il prossimo anno accademico non vedrà al nastro di partenza la facoltà di chimica industriale. kaputt, the end, game over, insert coin. nascono le scuole, bye bye le facoltà.
parlo dell’alma mater, ovviamente

peccato

ho ripescato un post celebrativo del 20° anniversario del mio primo giorno da matricola, lo scrissi qualche anno fa per il blog barbologna, che come tutti i blog di splinder, e come la facoltà di chimind dal prossimo anno accademico, s’ha mortt

peccato


venti di nostalgia

quando io e il fido nello freschi di diploma di perito chimico (aldini-valeriani) ci recammo la’ per iscriverci all’alma mater studiorum, con sorpresa si scoprì che c’erano due sportelli, due diverse facoltà: chimica pura e chimica industriale.
e mo’? “mettiamoci ben qua che c’è meno fila” disse il mio socio sovrappeso.
era la fila per chimica industriale. si decise così.

vent’anni fa era il 6 novembre 1989, e c’era la mia prima lezione da studente universitario. ricordo nitidamente. certi studenti degli anni avanti si erano messi d’accordo col prof di chimica generale 1, venne a farci una finta lezione una tipa che scrisse col gesso sulla lavagna (non c’era ppt) “la chimica non è un quadro-la chimica è una statua” e si avventurò in una improbabile dissertazione filosofica sull’importanza di vedere la scienza in modo tridimensionale.  la bionda vaporosa e attillata di fianco a me prendeva appunti e mi chiedeva dei passaggi che si perdeva. pensavo fosse una comparsa che era d’accordo. non lo era.
trattavasi di giovine matricola, come me. però bionda vaporosa e attillata (e che si sarebbe poi laureata con una sessione di anticipo. con lode. vamolà).
comunque.
chimica industriale era ed è ancora (per quanto?) ubicata in un viletino su per via del risorgimento. porta saragozza insomma, li’ dove c’è pure ingegneria. ma badate, nonostante la logistica che ci escludeva dalla eccentrica e movimentata movida della cittadella universitaria di via zamboni e dintorni, la chimind veniva considerata un po’ come il dams delle facoltà scientifiche. era una voce che girava, ai bei tempi. si vede che sei di chimica industriale, ci dicevano in piazza verdi in via belmeloro in largo trombetti in via del pratello. e da cosa? perché sei strano. cioè? è che voi chimici siete strani, vestite strano, avete gli occhi da pazzo, mi mettete anche un po’ a disagio, non so, beh però ciao eh mi dispiace devo andare il mio posto è la' eppoi ho finito le paglie ciaoooo.  diciamo che la nostra facoltà era una specie di enclave umanistica all’interno del territorio ingegneristico. come iscritti i numeri erano non elevatissimi relativamente al resto dell’unibo (nel mio anno di immatricolazione circa 130 arruolati, erano comunque ancora abbastanza se contestualizziamo. poi in breve le cifre sarebbero precipitate come in un venerdì nero in borsa).
eravamo quelli e quanti che eravamo, ma eppure c’era un sacco di cose. tipo il torneo di basket, 5 squadre una di ogni anno di corso più la sesta dei fuoricorso. che battaglie di fuoco. certe partite con un seguito tipo come l’high school americana. qualche volta c’era baruffa in campo, ma poi si andava tutti insieme a bere pinte e a darci pacche sulla spalla come rugbisti celtici e ci si chiedeva l’un l’altro: oh, ma quella là poi… ma te la sei poi guzzata? e ci si rispondeva l’un l’altro: mocchè. è una figa di legno…
e poi c’erano due pseudo gruppi rock, i “valontan” e i “credi che per me sia facile”. primo live alla morara, poi avremmo fatto il pieno alle bains douches per tre volte filate. nessuno dei due gruppi che sapesse suonare, io nonsuonavo la chitarra nei valontan. ma in ‘ste feste si era tutti imbriachi. la gente era imbriaca e non capiva. noi sul palco eravamo imbriachi e non capivamo. dettagli. facevamo cagare eppure si è sempre fatto il pieno. ricordo quella volta quando mi venne lanciato addosso un reggiseno. era il mio momento, avevo finalmente il patentino di rockstar. peccato che non mi bastò e come un icaro provai ad allacciarlo goffamente su un altro del gruppo dimostrando ben scarsa esperienza nel maneggiare chiusure di intimo. uno del pubblico mi urlò frocio. ed io non ho provato dolore. beh, che poi a dire il vero battesimo c’era stato in una stracolma aula 1 prima delle vacanze di natale del 92. che emozione, sembravamo un gruppo per davvero. il baccano della batteria, delle chiatarre amplificate marshall,  del basso amplificato marshall, del piano marshall fece starare gli strumenti del dipartimento di chimica fisica. memorabile la scena del preside che tira per i pantaloni berto il singer in piedi sul bancone che da consumato animale da palcoscenico  noncantava spanish bombs ad occhi chiusi e sguardo basso e rigido che pareva appena uscito dall’azoto liquido. il chiarissimo ci fermò, ci chiese per quanto saremmo andati avanti ancora, e poi fece spegnere precauzionalmente gli strumenti dei chimicifisici per il tempo che avremmo nonsuonato. il barbutissimo maglionissimo professor magelli. altri tempi. e poi c’era il concorso di fotografia, di poesia, c’era la fanzine “industriandosi”, il concorso di bruttezza..
comunque pare che dopo anni di oblio l’ambiente sia finalmente tornato fertile lì a chimica industriale. me lo ha detto di recente un paricorso di noi iscritti nell’autunno 1989, quando cascava mezzo mondo. lui è diventato professore. io no. vabbò, lo si capiva già mentre veniva giù il muro di berlino di come la sarebbe andata. ma questa è un’altra storia.
oggi è il 6 novembre, uguale per tutti. ma per me è un 6 novembre più uguale degli altri.
chimica industriale è stata un grande scuola, con dei grandi maestri. austeri come da libro cuore nelle vesti accademiche, folli sbracati alle folli sbracate feste di laurea.
sarà la nostalgia canaglia, ma mi sembra che via da li’ non ne ho mica più incontrati come loro.
se penso alla leggerezza di quando tra le due fila si scelse quella giusta ecco

vabbò… barman! ce l’hai lo genziana? genziana per tutti, offro io ‘sto giro cumpà
brindiamo alla nostra, quei 130 circa del 6 novembre 89, ovunque oggi noi siamo
io sono tonnio’s, un chimico

3 commenti:

  1. aspetta ricordo..de andre !eh..?

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  2. Post esistenziale, chiusura triste.

    ...

    Mi hai un po' congelato, amico.

    ó_____ò

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  3. Ma poi.
    L'hanno chiusa, la Facoltà di Chimica industriale ?

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