sarà capitato anche a
voi (zum zum zum zum zum) di svegliarvi con quel cruccio, domandandovi se una
certa cosa sia veramente successa o se si sia trattato solo di un effimero sogno
di poco prima.
ebbene, questo è
quello che succede a cristiano bitossi qualche mattina fa. illo infatti apre
gli occhi al nuovo giorno e benché
ancora avvolto in una cappa di torpore subito gli giunge in mente la scena in
cui si bacia con un’amica di vecchia data che non vede(va?) da un bel po’. la
chiameremo hrcdxdf (useremo questo pseudonimo di comodo). circostanza dunque
più che mai dipinta di tanta incertezza a proposito della tangibilità.
cerca strenuamente di
capire e di distinguere tra immaginazione e realtà, ma non ne viene a capo. c’è
un modo molto rapido e sicuro per risolvere la questione: interpellare ella. ma
come? chiamarla e dirle oh ciao scusa c’ho un tarlo che mi tormenta e tu mi
puoi aiutare. ecco, ma noi non ci vediamo da mesi, oppure da ieri quando ci
siamo baciati?
no, il cìbì decide per
una mossa neutra. le manda un essemmesse con un ciao e uno smile che è uno di quei
cosi così :-) per vedere l’effetto che fa
ma lei risponde
ugualmente neutra, ciao e smile. che cosa potrà significare? è una risposta di
comodo, o significa che effettivamente il giorno prima i due si sono baciati?
vabbò. la chiamo e
faccio ‘sta figurremmerda, decide c.b.
ciao hrcdxdf, sono
cristiano
oh ciaoooo.. quanto
tempo che non ti sentivoooo.. come staiiii..
ah. tanto tempo eh?
ehh?? …..?
è tanto tempo che non
ci vediamo, noi due?
beh, sì. cioè..
perché?
no, guarda vengo al
motivo della telefonata. sono in un dubbio amletico. non riesco a capire se io
e te ci siamo baciati, giusto ieri, o se me lo sono sognato. cioè, c’hai
presente quando non sai se una cosa te la sei sognata o è successa davvero…?
eeeh?! cristiano, non
so proprio di che parli. non ci vediamo da forse un anno o quasi. eppoi sto
ancora insieme a ndjsdhgmd (useremo questo pseudonimo di comodo), la nostra
storia va a gonfie vele, e non vado certo in giro a baciare gente. spero che di
questa fantasia tu ne abbia parlato solo con me, sai com’è..
sì sì ma certo anzi è
un dubbio che mi è venuto giusto mo. oh scusami, è che davvero mi sembrava
reale, ma è chiaro che ho sognato pesante. bon. comunque, tu, come va?
tuttapposto?
ehm, si bene bene. tu?
eh. bene dai.
bene allora.
già. vabbene. oh dai
magari ci si becca in giro eh?
come no, dai.
bene. ciao allora. a
presto.
ciao.
cristiano sale in
macchina, mette in moto, accende l’autoradio sintonizzata su radio ciao che
trasmette una mazurka di periferia, ma prima di avviarsi giù per il vialetto
per poi convogliare nello scazzo circolare di tutti gli stessi dì, nota per
terra lì davanti al sedile del passeggero un fermacapelli d’argento,
impreziosito da pietre celesti e ghirigori. lo raccoglie e ci legge stampate
due lettere maiuscole. due iniziali insomma
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