sabato 23 giugno 2012

tra polka e realtà

sarà capitato anche a voi (zum zum zum zum zum) di svegliarvi con quel cruccio, domandandovi se una certa cosa sia veramente successa o se si sia trattato solo di un effimero sogno di poco prima.
ebbene, questo è quello che succede a cristiano bitossi qualche mattina fa. illo infatti apre gli occhi al nuovo  giorno e benché ancora avvolto in una cappa di torpore subito gli giunge in mente la scena in cui si bacia con un’amica di vecchia data che non vede(va?) da un bel po’. la chiameremo hrcdxdf (useremo questo pseudonimo di comodo). circostanza dunque più che mai dipinta di tanta incertezza a proposito della tangibilità.
cerca strenuamente di capire e di distinguere tra immaginazione e realtà, ma non ne viene a capo. c’è un modo molto rapido e sicuro per risolvere la questione: interpellare ella. ma come? chiamarla e dirle oh ciao scusa c’ho un tarlo che mi tormenta e tu mi puoi aiutare. ecco, ma noi non ci vediamo da mesi, oppure da ieri quando ci siamo baciati?
no, il cìbì decide per una mossa neutra. le manda un essemmesse con un ciao e uno smile che è uno di quei cosi così :-) per vedere l’effetto che fa
ma lei risponde ugualmente neutra, ciao e smile. che cosa potrà significare? è una risposta di comodo, o significa che effettivamente il giorno prima i due si sono baciati?
vabbò. la chiamo e faccio ‘sta figurremmerda, decide c.b.
ciao hrcdxdf, sono cristiano
oh ciaoooo.. quanto tempo che non ti sentivoooo.. come staiiii..
ah. tanto tempo eh?
ehh?? …..?
è tanto tempo che non ci vediamo, noi due?
beh, sì. cioè.. perché?
no, guarda vengo al motivo della telefonata. sono in un dubbio amletico. non riesco a capire se io e te ci siamo baciati, giusto ieri, o se me lo sono sognato. cioè, c’hai presente quando non sai se una cosa te la sei sognata o è successa davvero…?
eeeh?! cristiano, non so proprio di che parli. non ci vediamo da forse un anno o quasi. eppoi sto ancora insieme a ndjsdhgmd (useremo questo pseudonimo di comodo), la nostra storia va a gonfie vele, e non vado certo in giro a baciare gente. spero che di questa fantasia tu ne abbia parlato solo con me, sai com’è..
sì sì ma certo anzi è un dubbio che mi è venuto giusto mo. oh scusami, è che davvero mi sembrava reale, ma è chiaro che ho sognato pesante. bon. comunque, tu, come va? tuttapposto?
ehm, si bene bene. tu?
eh. bene dai.
bene allora.
già. vabbene. oh dai magari ci si becca in giro eh?
come no, dai.
bene. ciao allora. a presto.
ciao.
cristiano sale in macchina, mette in moto, accende l’autoradio sintonizzata su radio ciao che trasmette una mazurka di periferia, ma prima di avviarsi giù per il vialetto per poi convogliare nello scazzo circolare di tutti gli stessi dì, nota per terra lì davanti al sedile del passeggero un fermacapelli d’argento, impreziosito da pietre celesti e ghirigori. lo raccoglie e ci legge stampate due lettere maiuscole. due iniziali insomma

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