al pub, alle ventitre, dopo
il cinemultisalafilmunpodelcazzo
cristiano bitossi: sì vabbò,
sono otto volte che usciamo, quattro nelle ultime tre settimane… io vorrei che
facessimo, come dire, un salto di qualità, ecco vorrei che… dunque, da zero a cento,
come sto messo adesso?
lei: cioeeèè..?
cìbì: come cioè! mo se già te
l’avevo spiegata qualche giorno fa! orsù, in una scala da zero a cento, zero è
ghiaccio fondente, cento è ebollizione, come sto messo, voglio dire,
quantificami lo stato del… dove la metti, l’asticella, eh? a che punto sto, nel
tuo..
lei: meno venti…
cìbì: ma come?! l’altra volta
mi avevi detto zero, e mo meno venti?
lei: l’altra volta ti avevo
detto no comment
cìbì: ah ma allora ti
ricordi! vabbò... e no comment è meglio o peggio di meno venti?
lei: perché lo vuoi sapere?
cìbì: devo capire se sto
facendo progressi
lei: mahh... più o meno è la
stessa cosa
cìbì: vaccaboia, se la vedo
dura…
lei: devi aspettare. credo
che ti ci vorrà un anno
cìbì: un annooohhh!? e magari
a partire da ora, eh?
lei: certo. a partire da ora
cìbì: ma non potremmo fare a
partire dal nostro primo appuntamento? cos’era? gennaio? no, dicembre.. quindi
gennaio, febbraio, marzo e aprile… dai, ancora otto mesi allora
lei: no-nooò! un anno da a-de-ssò!
ohi, non credi che io meriti che si aspetti un anno, eh?
cristiano butta un'occhiata alla sua
birra, ce n’è ancora un pochetto, mezza ammosciata e calda, se la scola a piomba. guarda oltre la lei per
intercettare la cameriera per un bis di doppio malto scura, appena è a tiro
alza l’indice e dice “scusi…”
bella figa, la cameriera, tra
l’altro. per lei sì che aspetterebbe un anno. anche a partire da domani.
arriva al tavolo
“sì, eccomi.. dimmi..”
“da zero a cento, a che punto
stiamo noi due?”
“prego?”
“cioè, mi spiego. zero non ci
conosciamo, cento è relazione conclamata, con sesso e tutte le altre cose
insomma. noi due, io e te, tra zero e cento, a che punto stiamo?”
“direi zero” risponde la
cameriera in modo brusco, come se si sentisse presa per il culo
“ottimo. zero è già molto più
avanti di meno venti. e anche di no comment. ti va di sederti un po’ con me?”
poi rivolto all’altra lei
pietrificata e incredula
“e magari se te ti alzi e mi
porti una pinta di doppio malto, anzi due…? su-sùù! ohp-ohp!”
la cameriera si gira e se ne
va allargando platealmente le braccia come volesse dire ma tutti a me devono
capitare, mentre gli altri due seduti
“cristiano, lascia, che te lo
dica... mi fai schifo”
“e mi fai schifo è meglio di
zero, o di meno venti, o di no comment?”
al no comment, illa è già
verso la porta, con un andare isterico, cappotto e borsa sottobraccio.
bofonchia qualcosa di poco comprensibile. si intuisce giusto un nculo finale.
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