sabato 15 dicembre 2012

il giorno di dolore che uno ha

 

se oggi fosse oggi un anno fa, oggi sarebbe il giorno di dolore che uno ha.
mi avevano chiamato una settimana prima, i regaz. mi avevano detto guarda per natale vedi di venire sù che shanny, insomma, va male, va male.
poi mi avevano chiamato il giorno di quella notte, la notte prima del giorno di dolore che uno ha
forse è il caso che vieni sù 'sto weekend. non credo che shanny ce la faccia, fino a natale
poi mi avevano chiamato quella mattina, la mattina del giorno di dolore che uno ha
sapevo prima di rispondere
le lacrime
era il giorno di dolore che uno ha
ti ho dato appuntamento a presto, ti ho fatto chiamare una guiness e mi sono raccomandato di tenere posto lì al bancone di quel pub, dove la guiness è proprio quella la meglio, e si fumano le nuvole. ma quando sei andato via, ci hai lasciato il tuo coraggio, e la tua forza. solito egoista quando si tratta di dividere con gli altri, ne ho arraffato un bel tot.
e son sceso dalla rampa di lancio, la missione europa 3, annullata, rimandata, non lo so, non ci bado più. ok, quasi più.
a volte succede che ti penso, che ti parlo. quando sono sui pedali, quando corro, quando mi diletto a cucinare nelle serate solitudine. rivedo come ci siamo conosciuti davanti al living, sabato sera gennaio '89, nell'autoradio la musicassetta animals pink floyd, c'era pigs, ricordo bene, avevo comprato il vinile quel pomeriggio, forse da ricordi, magari da nannucci, e lo avevo riversato su nastro sony nel secondo ascolto.
 
ho ritrovato queste sciocche parole che ho scritto nell'esperienza blogghistica splinderiana, quando il male era impensabile, soprattutto per uno di quelli come te.
scippo e aggiungo dolcissimi pensieri di tiziano, subito sotto (ma sopra) a seguire le mie baggianate
ciao shanny. come ogni persona, eri un insieme di cose. ma oltre quelle, a differenza del resto, eri il più buono del mondo.
grazie della forza, grazie del coraggio. la guiness intanto, bevila tu. ma continua a tenere posto, lì al bancone del pub.
biondo spettinato e andamento simil cow-boy. sto dicendo di shanny, shanny l’ameregano. quando lo incontravi gli mollavi una gran pacca e gli dicevi: bella shanny! uots camin autt? uotts amerecan boi? texas! uisconsin! ciattanuga, tennesiiii! shanny diceva oh, ciao, massaggiandosi la spalla. gli davamo sempre delle gran pacche e non reagiva mai. una volta al ristorante uno di noi gli piantò una forchetta nell’avambraccio. shanny disse "oh, mo csafèèt? sei scemo o mangi i sassi?"
il ragazzo era un po’ in un limbo tutto suo. soprattutto, ahimè, al volante. non ancora in età di patente gli venne l’idea malsana di mettere l’auto del padre nel garage. dal parcheggio condominiale. pochi metri. riuscì a fare otto milioni di danni. parlo della poco oltre metà degli anni ottanta. e forse la macchina ne valeva cinque.
ecco alcune delle sue frasi celebri, con tanto di traduzione
 
c’è puzza di merda nell’aria. diamo la colpa a shanny. si incazza e rivolgendosi a nello chiosa
"oh, bonaaa.. c’è tu che puzza che culi!"
trad. italiano: falla finita. sei tu che hai scorreggiato

shanny sta mangiando una pesca noce. d’improvviso si porta le mani alla gola e si piega in avanti
"coff coff… regaz aiuto.. coff coff… ho mangiato una frutta in acerba.. coff coff…"
trad. italiano: aiutatemi. ho ingoiato il nocciolo di una pesca noce
straccia un rosso con lo scarabeo e fa un frontale con la fiancata di una utilitaria guidata da una coppia di anziani palesemente shockati. arriviamo noi gli amici, è illeso (e non è il caso di dire miracolosamente, chè lui è shanny l’ameregano). poi arriva anche la morosa
"ma shanny.. ma.. ma… ma come è successo..!?"
"ohi. sono passato col rosso"
"col rossoooo?!! ma come sei passato col rosso!"
"oh! bona eh! sono passato col rosso perché era rosso! se era verde mi fermavo!"
trad. italiano: basta adesso. è proprio perché sono passato col rosso che ho fatto l’incidente. fosse stato verde non sarebbe successo, no?

(dal profilo fb di tiziano)

 
caro gianni, shjanni, giga, e tanti altri modi come ti chiamavamo, sento tantissimo la tua mancanza, nonostante fossimo cosi' lontani, sapevo che c'eri sempre. come c'eri sempre per chiunque, tu grande uomo dal cuore infinito, dalla genuinita' piu' pura. ti penso tanto, ma tanto davvero, mi vengono in mente tantissime cose fatte insieme, tantissime avventure, sì, perche' girare con te era sempre un'avventura, soprattutto se guidavi te. ora a seguire, vorrei scrivere di quella volta che dovevi andare a fare un concorso per entrare nel corpo forestale, questo si doveva tenere all'elba e tu mi chiedesti di accompagnarti; era il tempo della tua r5, ma dato che era leggermente inaffidabile, prendesti in prestito l'auto di tuo zio, una fiat uno prima serie. non ricordo dove, ma in autostrada ad un certo punto ti rimase il cambio in mano.
e di quella volta che andando al mare con la tua r5, sempre in autostrada l'auto comincio' ad andare a 3 cilindri. fermatici in corsia d'emergenza, di notte ovviamente, e spalancando completamente la portiera scendesti e dopo aver aperto il cofano, il verdetto fu: mio padre deve aver avvitato male una candela
fu poi la volta dell'alternatore, sul lungomare di rimini, mentre mi trovavo seduto al tuo fianco vedevo le luci del cruscotto affievolirsi pian piano, fino a che poi la mitica r5 si pianto' a fari spenti con la colonna di auto a seguire. controllasti i cavi della batteria senza farti mancare una bella scarica elettrica per averli messi a contatto insieme. andammo incuranti in discoteca, per poi ripensarci alla mattina
mentre ti aspettavo in casa, da un tuo strano ritardo, ricevetti la tua telefonata, eri al bar vicino a casa mia (non facevi prima a suonare il campanello?) eri finito fuori strada con la mitica r5 alle roveri, avevi preso troppo allegramente la serie di curve di via del terrapieno e la mitica ti aveva tradito mandandoti in testa coda e finendo la corsa in mezzo al campo. andammo con la mia e agganciata con una corda tirammo fuori la mitica tutta infangata. dovesti tornare a casa a lavarla per non farlo sapere a tuo padre
la volta della frenata lunga, dopo un lungo slancio per via lenin, sempre con la r5, all'approssimarsi del passaggio a livello (quando c'era), io, stando al tuo fianco vidi in lontananza un posto di blocco della polizia, al che te lo dissi, sperando tu rallentassi gradualmente per non dare nell'occhio. la tua reazione invece fu una rumorosissima e lunghissima inchiodata, arrivando giusti giusti a fianco dell'agente. alla sua domanda, ma che cosa combina, tu con tutta la tua spontaneita' di bambino rispondesti: eh, ho la frenata lunga... e cosa poteva fare l'agente sentendo una risposta cosi', scossando la testa disse vada vada.
sui viali all'altezza di porta san mamolo (o porta castiglione) mentre tu guidavi nella tua spensieratezza io ed il negro, non ricordo cosa vedemmo fuori dal finestrino laterale e lo facemmo notare parlandone; tu, ci dicesti che l'avevi visto pure tu. da qui naque una discussione animata data dal fatto che te guidando non potevi aver visto da quel lato, al tuo insistere affermasti per convincerci, che tu potevi girare gli occhi in direzioni diverse, come un camaleonte. trattenere le risate fu impossibile... e ti arrabbiasti, a tuo modo.

 
 
 
 
 

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