sabato 29 dicembre 2012

storia di un ragazzo e dell'apritappi che gli insegnò a volere


era ieri o il giorno ancora prima
quello del tuo compleanno
amor che scende amor che sale amor di lato
amore dilatato
mi facevi impazzire, ero pazzo di te, anche quella volta che al semaforo rosso dicesti
mo soccia che due maroni sempre e solo ‘sto gèkk lennon
e platealmente irruenta mi togliesti la sony dallo stereo
quando feci finta di arrabbiarmi seriamente
era la nostra bionda età, eravamo matricole, io ero pazzo di te e mi dicevi
lo sai che io ti voglio bene
e no, non lo sapevo, e ancora ad oggi mantengo un certo riserbo
mi permetterai
please
please
baby lemonade
oggi ho corso per tre ore che fa bello qua, di ‘sti giorni
c’è il sole e guardo di fuori un cane che rincorre il prato
sono in calzoncini verdi e maglietta who
c’ho la barba lunga di una settimana, un’espressione sconfitta, ma nel complesso non sono male
stappo una beck’s con l’apritappi che non ti ho mai restituito
noi ci aprivamo il succo di frutta della mensa
tra le 5 e le 6 del pomeriggio
lo bevevamo a collo
prima tu, poi io, ti imploravo
e, rompendo il silenzio del minuto dopo, arditissimo come mai prima, ti chiedevo
ma davvero, mi vuoi bene? davvero davvero? ‘chè io ti voglio bene. anzi, ti voglio e basta
please
please
baby lemonade

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