(oggi, dopo un sacco di tempo, io e la donna oraria ci siamo incontrati again)
la vedo tutte le
mattine che cammina in senso opposto al mio autoprocedere dall’altro lato della
strada. per strada parlo del lungo vialone della bonifica, tra alanno 65020 e
villareia di cepagatti che simpaticamente chiamo villareia di cepacats. sono una
gran macchietta, so. lei è la mia donna oraria. infatti, a seconda del punto in
cui ci si incrocia, capisco se sono in anticipo, puntuale o in ritardo al
lavoro. si potrebbe obiettare che lei potrebbe pensare lo stesso viceversa. ma
invece no. è che lei mi sembra una che è di molto sicura e costante, un
metronomo, benché cammini trafelata lungo la via fumando nervosamente una
paglia. è alta diciamo 1.75, porta sempre un giubbotto nero e jeans attillati
che mostrano le sue avvenenti forme, i suoi capelli sono neri lunghi e ondulati
come il mare spennellato dai pittori impressionisti. pare che c’abbia sui 35.
molto bella. sì. ha decisamente scalzato dal mio cuoricino che fa ciok il mio
cuoricino sotto shock la cassierina del carrefour, che tra l’altro l’altro
giorno mi ha dato 4 bollini con una spesa di 49 eurini. eddai… essùùùùù.. e
andiamoooo.. soppa son sempre qua! e
arrotonda no? la voiamo pijà ‘sta padella pè la paella?
ehvabbò, se non ce n’è
non ce n’è. ahh cassierina di cuori. tu mi fai girar tu mi fai girar come fossi
una bombola. di argon.
orsù dove eravamo. ah
ok. stamane il punto di collisione tra il me medesimo e la mia donna oraria mi
diceva che ero in perfetto anticipo. ergo mi sono rilassato e tra un pezzo e
l’altro su virgin radio ho posizionato il piede sui 60-70 km/h. molto in regola.
c’avevo una macchinona attaccata al culo della mia corsa che non andava di
corsa. era guidata da una tipa parecchio bionda con quegli occhialoni da sole
con lenti enormi che oggi ne vedi un sacco di bionde con quei cosi lì. ho visto
che li porta pure parishilton, l’ho visto su emtìvì. vabbò.
parsihilton comincia a
sfanalarmi e vedo nello specchietto che sta imprecando con smorfia cattiva.
rispondo con quel gesto della mano tipo
cazzo vuoi. lei si capisce dal labiale che dice qualcosa di molto simile a
mavaffanculo a rallentatore, tipo
maaaavaaffancuuuuloooo. mi passa guardando dritto e digrignando i denti.
trasuda odio da ogni particella subatomica. se potesse cancellarmi
dall’universo pigiando sul tasto delete, lo farebbe.
arrivo al lavoro, parcheggio
e salgo a piedi fino a che non arrivo a quelle
storie di metallo biancorosse piantate nel cemento che servono per non
far entrare i motorini. da di là sopraggiunge spedita una tipetta sui venti,
frangetta scalata oltre la soglia dell’irritante, ancora occhiale scuro di
incomprensibile design, viene avanti verso me frenetica dritta come un fuso. manco
fosse quotata in borsa. ci sarei subito io ma mi fermo per galanteria e la
lascio passare per prima. lei manco rallenta anzi mi sbatte leggermente addosso
e manco dice scusa, figurati poi se dice grazie per la mia cortesia.
ehh no. ehh no nno
nno!
“ooohhh! anche meno
eh! che poi non siamo poi mica così tanto fighe, sai?”
mocchè. niente.
procede indifferente come se fossi azotossigeno 78:21. non ha parlato nessuno.
nessuno l’ha lasciata passare per prima. e se qualcuno c’era, beh, era dovuto
alla miss frangetta scalata del cazzo.
vorrei tornare
indietro alla macchina, rifare il percorso al contrario con la speranza di
beccare ancora in tempo la mia donna oraria. mi precipiterei fuori dall’opel e
le scriverei ti amo sulla sabbia. ma qua c’è solo cemento. e allora vado a
lavorare.
bellissimo !ma perche non la abbordi? perche non le dici qualcosa ..tipo ehi salve ,ma lo sai che io ti penso e ci scrivo pure su delle cose fichissime ,ganzissime ,e tu sei la mia musa ispiratrice ! no magari non proprio cosi..ma insomma anche salve ma ci incontramo tuti i giorni ...insomma qualunque cosa anche b ,bi come bitossi...dai. è quella giusta che potrebb servire all oblio almeno mi sento..che si
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