anche se è sabato, la
sveglianokia suona di buon presto, apposta settata nell’ora della prima luce.
meteo.itì dice che domani domenica farà inequivocabilmente pioggia all day
long, sarà bene sfogare la febbre da pedale per tutta la questa mattina. e che
poi succeda quel che deve.
mircovaldo si veste
lento da cicloamatore, mette in pressione le ruote, fa appena in tempo a notare
che i copertoni sono lesionati. si potrebbe fermare a manoppello o a chieti
scalo per un cambio al volo, ma non ha contanti. il bancomat? naaa… che dopo
sta tutto il tempo in paranoia a tastare che sia ancora lì nella tasca dietro
altezza reni. orsù, attacca l’ipod, e parte così. è nella zona industriale, su quel falsopiano che porta dalla rotonda di villareia all’ospedale ss annunziata di chieti scalo, che capisce che sta arrivando di botto. di solito l’avverte con quel paio di minuti di anticipo, cosa che gli permette nella vita di tutti i giorni di rintanarsi in qualche anfratto in attesa che passi. ma stavolta giunge improvvisa, come quella volta al concerto di lou reed qualche mese fa. mentre l’immenso lou eseguiva una struggente versione di sunday morning, chitarra e voce bonalè, mircovaldo s’era ritrovato spiazzato dalla crisi di pianto, col singhiozzo e le lacrime che copiose gli colavano dalle guance ispide di barba di una settimana, tra la gente.
lei disse misteriosamente sarà sempre tardi per me quando
ritornerai
è costretto a
rallentare, gli occhi bagnati gli sbiadiscono la vista, lo affianca un altro
pedalatore che lo guarda stupito
cumpà.. st’apposht?sì sì grazie grazie st’apposht
ma tì shtì sicuree? tì shtì male?
none none... lu moscerinee, e chi ciccis! nù sciame di que cazzelli du moscerinee
ma chi ciccis, tiene l’ucchiale!
ah. tinc l’ucchiale. già… allora abbò..?
(ok. togliere dalla playlist compagni di viaggio di de gregori. priorità assoluta. scrivere in testa alla lista delle cose da fare: togliere dalla playlist compagni di viaggio di de gregori)
si
rigira all’altezza dei grandi alberghi sul lungomare di montesilvano, lì dove
sta lo stabilimento delfino verde si accorge che certuni gli si sono attaccati
dietro, si volta a guardare, sono in quattro, non di primo pelo. mircovaldo si
mette a pompare costante sui 35, potrebbe andare oltre che la gamba è in giorno
di grazia, ma sul trafficato lungomare è bene essere prudenti. non se li
scrolla di dosso, anzi i quattro lo passano appena entrati in territorio del
comune di pescara, complici un po’ di macchine in cui emme.vù. si ritrova
imbottigliato. ma presto li riagguanta, gli si mette in coda, due se ne vanno a
destra dopo aver salutato gli altri loro compari, mircovaldo ritenendo
l’andatura troppo modesta per la sua condizione di quel giorno ripassa la
coppia orfana e si rimette a tirare con una discreta foga. ancora macchine però,
uno dei due lo affianca e gli dice oh, ma te ci fai morire. con quelle gambe
lunghe…
adesso
procedono insieme affiancati a passo di scampagnata, il tizio degli ex-4 che mircovaldo
aveva già puntato come leader è un attempato signore sui sessanta. gli propone
di entrare in un gruppo che la domenica mattina si ritrova all’hotel duca
d’aosta di pescara, domani alle 8, se vuoi esserci gli dice, ma emmevù declina,
c’ho già il mio gruppo, la polisportiva 95, alanno, sentenzia con orgoglio.nel tragitto verso villa raspa il signore attempato è un fiume di parole, gli dice che è un ex professionista, mi chiamo m. avrai sentito parlare di me, mi spiace, non ricordo, scuotendo la testa risponde rammaricato il nostro. ho corso con i più grandi sai? sai chi c’era in squadra con me? non so se ti ricordi
NON
ME LO DIRE NON ME LO DIRE NON ME LO DIRE NON ME LO DIRE
(oh,
io a ‘ste cose non ci credo. ma mircovaldo sa già il nome che sta per pronunciare
il signor m. giuro, mi cascasse l’uccello e mi rimbalzasse nel culo)
bitossi,
sai chi è? correvo con bitossi
ma
porcoddue! bitossi! se lo conosco? il grande cuore matto! ma certo che me lo
ricordo, è il mio mito, è..poi però mr. emme-punto interrompe e ricomincia a dire di tutto e di più, dei suoi 66 anni, della pensione che si vuole godere, delle sue tredici bici, della vita fortunata, della figlia a milano che gli ha dato 2 nipotini e del figlio anche lui ciclista e attivo professionista con 12 vittorie tra cui il trofeo matteotti 5 anni fa e pure sistemato bene nella vita con moglie e con già un altro erede. insomma, un ottimo presente per colui che ha corso col grande franco bitossi, con cui si vede 2-3 volte all’anno, e che mi ha fatto i complimenti per il mio pedalare. mi mostra dove abita, vorrebbe farmi vedere le sue bici, io dico che non ho tempo, non ho la fortuna di chi mi prepara a casa, che sono solo e
ah. non va bene. e come mai sei solo?
eh. poi te lo racconto
comunque non va bene. dovresti trovarti una donna
ok, prima o poi lo farò
le loro strade si separano e si salutano calorosi.
ma che tipo.. bella storia, però. sì, penso che è bene che ci rivediamo. magari mi potrebbe fare conoscere, ossignur, il grande, l’imprescindibile cuore matto. e gli chiederei di gap, che diamine è successo in quei fatali ultimi metri, quasi quarant’anni fa. mi farei autografare la maglia quella buona, ci faremmo una foto insieme e la metterei come profilo su facebook. anzi, appena arrivo a casa vediamo un po’ di gugolare su questo signor m…
oltre
villanova, a circa 15 km da alanno, gli si attaccano dietro 5 arroganti. la
vedi subito l’arroganza nei ciclisti, sono quelli che non hanno casco ma se fa
freddo quella specie di fascione di paille o quell’altro coso cilindrico aperto
sopra, che servirebbe per proteggere la gola. e che quando ti passano non ti
salutano, ti guardano come l’ultimo degli stronzi, e ribadisco, non salutano.
cosa che succede ora. uno poi gli sfila bastardo pericolosamente sulla destra,
a mv gli scappa forte un ‘sto stronzo! ma luilà fa finta di non aver sentito.
maledizione, ma perché non mi mandi a cagare…
ora.
sappiate che mircovaldo c’ha davvero un carattere di merda. è quel che si dice un
gran cagacazzi. c’avete presente wimbledon dei meravigliosi numero6? ecco, lui
più o meno e così, come dice quel gran pezzo. ai tempi dell’alma mater, i
compagni di squadra basket campionato uisp lo avevano ribattezzato a-bì, che
stava per attaccabrighe. trovava da dire con tutti. c’era stata una volta che
durante un tiro libero, invece che tirare a canestro, aveva lanciato violenta la
palla a due mani tipo fallo laterale calcistico verso la panchina avversaria,
chè ci stava uno che ridacchiava e ripeteva sempre a rimbalzo a rimbalzo,
durante l’esecuzione del tiro libero, come fosse certo che lo sbagliasse.
successe un parapiglia, ma vi dico questo tanto per raccontarne una, eh, per
farvi capire. il mister gli urlava sempre solo queste indicazioni: a-bì!
a-biiiiì! non ti impermalire sotto canestro! che direttive tecniche, eh?
vabbò.
mette su un rapporto lungo, catena sul padellone davanti, e li riacchiappa in poco. vuole ripassare la merda, possibilmente a destra però. ci prova in un paio di occasioni quando lo stronzo è in coda, ma ci stanno gli altri 4 in fila e non si passa.
poi succede anche che un altro sputa senza avvisare dietro e a mircovaldo gli arriva qualche schizzetto
ma vaffanculo và! dice forte, ma niente, l’altro non reagisce. e ha sentito, per forza
mo cosa sono ‘sti qua, cinque fighe? cinque busoni? porca troia, devo darvi un calcio per darvi la sveglia?
parlottano tra di loro, scattano sui pedali, e si lanciano ai 40. è chiaro, lo vogliono staccare, i busoni. mo sé. se lo possono scordare. mircovaldo, oggi, con voi poi, non si staccherà mai. anzi, irriverente e puerile, da ultimo in fondo, pedala a busto eretto senza mani sul manubrio facendo gesti e faccine verso chi sta davanti.
madòòò, che brutto carattere di merda che c’ha.
alla fine loro là ci rinunciano, anzi provocatoriamente tengono ora un’andatura da nonna, tra i 20 e i 25, come dire mo ti staniamo, va mò avanti tu. ma invece lui resta dietro, tanto tra poco c’è la fontana sulla bonifica dove si incrociano le strade per rosciano, per manoppello, e dritto per alanno. loro certo si fermeranno a fare acqua lì, tutti i ciclisti vi sostano a quella fontana, e lui invece tirerà dritto spedito e bye bye baby.
così succede.
mircovaldo carico procede su per la misericordia, scende per ticchione, e invece che salire per alanno decide di prenderla lunga e larga per la dura rampa che porta a pietranico, per calare dall’altra parte dove sta l’oratorio.
scomodo ma come dire molta soddisfazione soddisfazione signore
arriva a casa, si spoglia, nudo mette 3 salsicce in forno, doccia, accende il pìcì, mette su la polenta valsugana e stappa un buon trebbiano di villamagna, aspro come aspro è lui. si collega alla rete globale e apre la pagina di google. digita certe tags
ecco..lo dico che te sei il mio alter ego maschile virtuale..io leggo questo post adesso ,l ho gia letto tempo fa..ovviamente lo avevo dimenticato..oggi è giovedi.esattamente lunedi seraio stavo per postare compagni di viaggio..stavo proprio per farlo..poi mi hanno chiamato su skype e non l ho fatto piu..ora ti ridico la solita frase mantra io ti capisco.lo so cosa stai dicendo..tranne come ti ho sempre detto che per me si tratta di uni anziche di una come nel tuo caso..penso sia meglio evitare sia la meravigliosa canzone di lou reed sia compagni di viaggio in casi come questi..siamo persone che avvertono in modo particolare la nostalgia che è u sentimendo devastante ma anche secondo me costruttivo..bisogna non lasciarsene travolgere..mi pare quando ti legg di trovare uno di un gruppo sai tipo gl alcoolisti anonimi..e dire sono tot giorni che resisto..ho visto il tautaggio molto bello..
RispondiEliminagrazie 1000 cizou
RispondiEliminamirco ,come vedrai io sono sparita dai miei spazi sulla rete.completamente e del tutto.
RispondiEliminale cose sono finite in un modo osceno assurdo che peggio non si poteva.allora io ho dovuto fare cosi per forza .era proprio necessario.continuero a leggerti perche mi fa piacere lo sai e di certo tu non mi hai mai interedetto una cosa del genere ne di commentare..ma penso non ti sarebbe mai passato neppure per l anticamera del cervello..vabeh. le cose stan cosi.continuero a leggerti fedelmente..te e gianni ovviamente
non ho capito che è successo, ma avrai le tue valide ragioni
RispondiEliminaoh ci mancherebbe che mi metto ad interdire l'unica lettrice di 'ste robe qua ;-)
direi che piu che valide sono state obbligate..hai una mail ti scrivo li? cosi ti spiego brevementealtrimenti ti lascio la mia cecir@inwind.it
RispondiEliminada fb non ci posso passare piu senno mi si riattiva l account.e non voglio.altreimenti ti lascio un messaggio su skype ..cosi lo leggi quando lo apri..ciao
ciao
RispondiEliminapoi ho deciso di riaprire il blog con un indirizzo diverso e scrivendo solo di parole via via ne prendo una e ci penso su..
se ti va passa mi fai piacere..
ogni tanto..
http://lavorincorso.iobloggo.com